Cos’è e a cosa serve l’allenamento EMS: significato, caratteristiche e benefici

Spesso si arriva a fine giornata con il tempo contato, ma si vorrebbe comunque fare un allenamento che permetta di scaricare lo stress, alleggerire la schiena e dare una spinta al metabolismo. Per ovviare a questa situazione in cui tempo e desiderio non coincidono, il mondo del fitness propone la stimolazione muscolare elettrica, nota come EMS.
Nata nei reparti di fisioterapia per la riabilitazione, oggi è diventata un vero metodo di allenamento total body che promette di concentrare in venti minuti il lavoro di ore di palestra tradizionale. Vediamo, quindi, come funziona davvero e perché sta spopolando nei centri specializzati.
Come funziona l’EMS e perché è diversa dal classico workout
Come prima cosa, quando si opta per questo tipo di allenamento, il trainer fa indossare una tuta dotata di elettrodi che aderiscono a spalle, addome, glutei e gambe. Durante gli esercizi funzionali (affondi, plank o semplici movimenti isometrici) la centralina invia impulsi elettrici che amplificano la contrazione fino a raggiungere anche le fibre più profonde.
In questa fase l’allenamento EMS stimola oltre 300 muscoli e genera circa 30.000 micro-contrazioni, l’equivalente di un circuito di forza da quattro ore, ma senza carichi pesanti sulle articolazioni. Uno dei primi risultati è un’accelerazione del metabolismo basale: il corpo continua a bruciare calorie mentre si è già passati alla doccia.
Caratteristiche principali allenamento EMS: tuta con elettrodi, sedute brevi, trainer dedicato
La seduta dura venti minuti effettivi. Si inizia con un breve riscaldamento per abituarsi agli impulsi, poi si passa a sequenze personalizzate in base all’obiettivo: postura e mal di schiena, oppure definizione e perdita di centimetri, o ancora miglioramento della forza esplosiva per chi pratica sport agonistici.
Ogni sessione è one-to-one o al massimo in micro-gruppo, perché il trainer deve modulare l’intensità degli impulsi in tempo reale e vigilare sulla corretta esecuzione.
A fine allenamento si avverte una sensazione di intensità profonda, senza però il classico indolenzimento da sovraccarico.
Allenamento EMS: quali sono i vantaggi concreti
Il beneficio più noto è il risparmio di tempo, ma non è l’unico. L’EMS favorisce la riduzione della massa grassa perché spinge il metabolismo a livelli superiori a quelli di un cardio tradizionale di pari durata. Stimolando i muscoli in modo isometrico, protegge legamenti e cartilagini: ecco perché viene proposto a chi recupera da infortuni o a chi soffre di mal di schiena cronico.
Gli impulsi raggiungono inoltre il pavimento pelvico e la muscolatura posturale, zone che con i pesi classici non lavorano molto: in poche settimane sono diversi quelli che riferiscono un miglior equilibrio e una postura più eretta.
Per gli sportivi l’elettrostimolazione diventa un booster, perché aiuta a migliorare la sincronizzazione delle unità motorie e ad aumentare la forza massimale senza affaticare il sistema nervoso centrale, lasciando energia per le sessioni tecniche sul campo.
Quanto tempo serve per vedere i risultati e a chi è sconsigliata
Con un ritmo di due sedute alla settimana, i primi cambiamenti (tono più sodo e circonferenze leggermente ridotte) possono iniziare a notarsi già dopo tre o quattro settimane. Se il tempo a disposizione è minimo, una sola seduta settimanale abbinata a un’alimentazione equilibrata offre comunque progressi percepibili nel giro di non molto tempo.
È importante ricordare che l’EMS non è indicata per chi porta pacemaker, per chi ha infiammazioni muscolari in corso o per chi non ha ancora compiuto la maggiore età.
Altrettanto fondamentale è affidarsi sempre a centri qualificati: un protocollo improvvisato può causare sovraccarico muscolare o conseguenze peggiori.