Lo stress come fattore infiammatorio
Nel corso dell’evoluzione umana, lo stress si è sviluppato come una risposta biologica essenziale per la sopravvivenza, permettendo all’organismo di adattarsi rapidamente a situazioni di pericolo o di cambiamento. Tuttavia, gli stimoli stressanti a cui siamo sottoposti nella società moderna non sono più i pericoli immediati che affrontavano i nostri antenati, semmai minacce persistenti di natura prevalentemente psicologica, sociale e ambientale. L’effetto di queste condizioni, sebbene spesso sottovalutato, è altrettanto pericoloso: lo stress cronico, infatti, induce una risposta infiammatoria continua e di basso livello che può minare seriamente la salute fisica e mentale.
Nell’esplorare il legame tra stress e infiammazione, gli studiosi Marya e Patel[1] hanno osservato come questi due processi condividano dei meccanismi biologici. Lo stress cronico, dunque, non solo altera la risposta immunitaria – come già ampiamente dimostrato da molti studi – ma contribuirebbe anche allo sviluppo di patologie croniche grazie all’attivazione costante del sistema infiammatorio.
Marya e Patel sostengono, inoltre, che lo stress cronico non è solo frutto di esperienze personali, ma anche di ingiustizie strutturali. Capitalismo, razzismo, disuguaglianze sociali sono alla base di una condizione di stress permanente che in modo subdolo favorisce l’infiammazione cronica.
Lo stress e la risposta dell’organismo: un’azione congiunta tra sistema nervoso e immunitario
Lo stress attiva una complessa rete di interazioni tra il sistema nervoso, il sistema endocrino e il sistema immunitario. Questa interazione è gestita dall’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, che governa la produzione di ormoni come il cortisolo e l’adrenalina, preparando il corpo umano a rispondere alle minacce percepite.
Pertanto, la risposta acuta allo stress è funzionale quando è a breve termine. Al contrario, quando lo stress diventa cronico, questa attivazione persiste e l’organismo si ritrova in uno stato continuo di allerta.
Questo processo porta a una condizione chiamata “infiammazione di basso grado”, che spesso non si manifesta con i sintomi evidenti di un’infiammazione acuta ma è altrettanto pericolosa per la salute.
L’asse ipotalamo-ipofisi-surrene: un sistema centrale nel collegamento tra stress e infiammazione
L’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, descritto da Marya e Patel come “un’autostrada endocrina”, è un meccanismo che collega il cervello alle ghiandole surrenali. Quando il corpo percepisce una minaccia, l’ipotalamo invia segnali alla ghiandola pituitaria, che a sua volta stimola le ghiandole surrenali a produrre ormoni come l’adrenalina e il cortisolo. Questi ormoni preparano il corpo a rispondere rapidamente a situazioni di emergenza, in quello che viene definito “attacco/fuga”: non a caso, si verifica un aumento della frequenza cardiaca, delle riserve energetiche e dell’attenzione.
Nel caso di stress cronico, questo sistema resta costantemente attivato, portando a un rilascio eccessivo di cortisolo, che ha un effetto dannoso su vari sistemi del corpo. Questa attivazione continua compromette non solo il sistema immunitario, ma anche i sistemi cardiovascolare, riproduttivo e gastrointestinale.
Il cortisolo, pur avendo inizialmente una funzione antinfiammatoria, diventa inefficace nel regolare i processi infiammatori quando i recettori cellulari sviluppano resistenza a esso, causando un’escalation dell’infiammazione.
L’infiammazione cronica viene innescata da alcune proteine, prodotte principalmente dalle cellule del sistema immunitario, dette citochine pro-infiammatorie, che sono responsabili della regolazione della risposta infiammatoria. Si tratta delle proteine IL-6, IL-1β e TNF-α.
La IL-6, in particolare, avrebbe una duplice funzione: agisce, infatti, sia come promotore dell’infiammazione sia, in alcune circostanze, come molecola antinfiammatoria. In condizioni di stress cronico, la produzione continua di IL-6 e altre citochine può portare a uno stato infiammatorio cronico che danneggia i tessuti. Questo processo è aggravato dal cortisolo, che non riesce a spegnere adeguatamente la risposta infiammatoria a causa della resistenza sviluppata dalle cellule.
Questa situazione porta all’instaurarsi di una infiammazione silente, che non presenta sintomi acuti evidenti ma che a lungo andare contribuisce allo sviluppo di malattie come il diabete, le malattie cardiovascolari e le patologie autoimmuni.
Lo stress cronico e le sue conseguenze sulla salute fisica e mentale
L’infiammazione cronica provocata dallo stress avrebbe conseguenze devastanti sia sulla salute fisica che mentale. Livelli elevati di citochine pro-infiammatorie nel cervello sono stati associati a disturbi come la depressione e l’ansia. Questo fenomeno, noto come neuroinfiammazione, è stato riconosciuto come una delle cause principali di disturbi dell’umore e di deterioramento cognitivo.
Inoltre, l’infiammazione cronica indebolisce progressivamente il sistema immunitario, rendendo il corpo più suscettibile a infezioni e malattie. A lungo termine, può anche favorire lo sviluppo di malattie croniche non trasmissibili, come il diabete di tipo 2 e le patologie cardiovascolari.
Il costo di questa risposta prolungata allo stress non è solo individuale, ma si manifesta anche a livello di società, in particolare nelle popolazioni più vulnerabili. Le persone che vivono in condizioni di precarietà economica, in ambienti inquinati o soggetti a discriminazione sistematica sono particolarmente esposte a questa forma di stress cronico, che aggrava ulteriormente le disuguaglianze in termini di salute.
Come ridurre lo stress e l’infiammazione
Per interrompere questo circolo vizioso di stress e infiammazione, si suggerisce l’adozione di strategie sia individuali che collettive. A livello personale, la pratica della meditazione, dell’esercizio fisico regolare e di una dieta ricca di alimenti antinfiammatori può aiutare a ridurre i livelli di stress e a modulare la risposta infiammatoria. Tuttavia, queste soluzioni non sono sufficienti se non si affrontano le cause strutturali dello stress.
Le politiche sociali ed economiche che riducono il debito, combattono le disuguaglianze e promuovono l’equità sanitaria sono essenziali per alleviare lo stress cronico a livello di popolazione. Marya e Patel sottolineano come l’adozione di misure collettive per migliorare le condizioni di vita delle comunità più svantaggiate potrebbe ridurre significativamente i livelli di infiammazione cronica e migliorare la salute generale.
[1] Rupa Marya – Raj Patel Infiammazione, medicina, conflitto e disuguaglianza, 2022, pp- 86-88