Cosa sono gli osteofiti e come si presentano
Le persone che soffrono di osteoartrosi ne hanno certamente sentito parlare, anche se forse non sempre sanno perché si formano e con quali modalità: gli osteofiti sono delle escrescenze ossee che si formano nelle articolazioni colpite da patologie degenerative come l’artrosi e l’artrite reumatoide.
Sebbene non sempre provochino dolore, sono sintomo di una infiammazione delle articolazioni, con tutte le conseguenze che tali condizioni possono portare.
Quando e come si presentano gli osteofiti
Questi speroni ossei, dalla forma spesso di artiglio o di becco, spesso compaiono nelle articolazioni del ginocchio, dell’anca e nella colonna vertebrale. Si possono osservare facilmente nelle radiografie in quanto formano un’irregolarità nel profilo dell’osso a causa della degenerazione dell’articolazione.
Sebbene non sempre sia chiara la genesi di queste deformazioni, si tratta di un processo molto comune in patologie croniche degenerative: lo stress che le ossa subiscono a causa dell’infiammazione articolare provoca un nuovo tessuto osseo, che forma tale escrescenze attorno all’area colpita.
Quando si soffre di osteoartrosi alle mani, gli osteofiti formano i nodi di Heberder e i nodi di Bouchard.
- I nodi di Heberden si formano nelle articolazioni interfalangee distali, cioè le articolazioni più vicine alle unghie. Questi nodi sono un segno distintivo dell’osteoartrosi e sono spesso più evidenti nelle donne rispetto agli uomini. Possono causare dolore e rigidità, tanto da complicare i movimenti fini delle dita. Inoltre, possono rendere le articolazioni gonfie e doloranti, impedendo lo svolgimento delle attività quotidiane.
- I nodi di Bouchard, invece, si formano nelle articolazioni interfalangee prossimali, cioè le articolazioni situate a metà delle dita. Come i nodi di Heberden, anche i nodi di Bouchard sono indicativi di osteoartrosi e hanno sintomi molto simili: ciò che li differenzia è semplicemente la loro localizzazione.
Nelle altre articolazioni del corpo, gli osteofiti non sono generalmente visibili dall’esterno come nelle mani. A differenza dei nodi di Heberden e di Bouchard, che possono causare deformità visibili delle dita, gli osteofiti che si formano in articolazioni come il ginocchio, l’anca o la colonna vertebrale sono nascosti sotto la pelle e i tessuti muscolari. Pertanto, la loro presenza viene solitamente rilevata tramite esami come le radiografie.
Cause della formazione degli osteofiti
Come abbiamo detto, gli osteofiti si formano come risposta a vari fattori che causano stress e danni alle articolazioni. Questi speroni ossei sono il risultato di processi complessi che coinvolgono infiammazione, traumi e l’adattamento del corpo ai danni articolari. Oltre all’infiammazione, tra le cause principali troviamo traumi, invecchiamento e predisposizione genetica.
Infiammazione cronica
L’infiammazione cronica è uno dei fattori più importanti nella formazione degli osteofiti e ha una stretta correlazione con condizioni come l’osteoartrosi e l’artrite reumatoide, che, infatti, provocano un’infiammazione persistente. Tale processo infiammatorio stimola il corpo a tentare di riparare i danni, stimolando la crescita di tessuto osseo che forma, appunto, gli osteofiti. Nell’osteoartrosi, ciò avviene perché la cartilagine che protegge le articolazioni si deteriora, lasciando le ossa esposte e vulnerabili. Il tentativo di riparazione che si genera con la formazione degli osteofiti, tuttavia, spesso è controproducente, in quanto può causare ulteriore rigidità e dolore.
Traumi e microtraumi
I traumi acuti e i microtraumi ripetuti possono anch’essi contribuire alla formazione degli osteofiti. Le lesioni articolari, anche quelle minori ma ripetitive, possono causare danni alla cartilagine e ai tessuti circostanti. Questo stress meccanico induce il corpo a produrre nuovo tessuto osseo nel tentativo di stabilizzare l’articolazione e riparare i danni. Gli atleti e le persone che svolgono lavori fisici intensi sono particolarmente a rischio a causa della pressione costante sulle loro articolazioni.
Invecchiamento
Un’altra condizione comune nella formazione degli osteofiti è l’invecchiamento. Con l’avanzare dell’età, la capacità del corpo di rigenerare i tessuti si riduce e le articolazioni diventano più suscettibili all’usura. La degenerazione naturale della cartilagine articolare con il tempo porta a un aumento del contatto osso su osso, stimolando la formazione di osteofiti come tentativo di riparazione.
Predisposizione genetica
Anche la predisposizione genetica può influire sulla probabilità che in un soggetto si formino gli osteofiti. Alcune persone possono ereditare varianti genetiche che influenzano la struttura e la funzione delle loro articolazioni, rendendole più inclini a sviluppare condizioni degenerative come l’osteoartrosi. Questi fattori genetici possono determinare la robustezza della cartilagine, la risposta infiammatoria del corpo e la capacità di riparare i danni articolari.
Malattie croniche e condizioni correlate
Oltre all’osteoartrosi e all’artrite reumatoide, altre patologie croniche sono associate alla formazione degli osteofiti. La spondilite anchilosante, una malattia infiammatoria che colpisce la colonna vertebrale, la stenosi spinale, che comporta un restringimento del canale spinale, la malattia di Paget, che altera il normale processo di rimodellamento osseo, e la malattia di Forestier, caratterizzata dalla calcificazione dei legamenti spinali, sono tutte condizioni che possono causare la crescita di osteofiti.
Acidosi
In Naturopatia ci si interroga sul perché il soggetto soffra di osteoartrosi.
Ed ecco subito il ragionamento consequenziale: la cartilagine dipende da enzimi, ed in carenza di oligoelementi questa si deteriora. In Naturopatia ci si chiede, quindi, il perché manchino gli oligoelementi.
Potrebbe essere perché il soggetto mette in moto dei meccanismi per combattere l’acidosi (invecchiamento); si demineralizza ed è soggetto a malattie degenerative osteo-articolari. In questo caso la cartilagine che si deteriora è manifestazione di eccessiva quantità di acidi che devono essere tamponati da sostanze basiche. Pertanto, solo alcalinizzando i tessuti risolveremo il problema!
La ricerca e gli sviluppi della medicina sugli osteofiti
Attualmente malattie croniche come l’osteoartrosi e l’artrite reumatoide non hanno una cura definitiva, ma possono essere contrastate con farmaci che riducono l’infiammazione e il dolore e con stili di vita che aiutano a contrastare l’immobilità.
Anche per questo riguarda gli osteofiti non vi sono cure definitive, tuttavia, la ricerca è in continua evoluzione, con l’obiettivo di comprendere meglio i meccanismi che portano alla loro formazione e sviluppare trattamenti sempre più efficaci. Gli studiosi stanno esplorando diversi approcci, dalle terapie farmacologiche innovative agli interventi chirurgici meno invasivi, per migliorare la gestione di questa condizione.
Un’area di ricerca particolarmente promettente è quella delle terapie rigenerative e dell’ingegneria dei tessuti. Gli studiosi stanno esplorando l’uso di cellule staminali per rigenerare la cartilagine danneggiata e prevenire la formazione di osteofiti. Queste terapie potrebbero offrire una soluzione a lungo termine, promuovendo la riparazione naturale delle articolazioni.
Inoltre, l’ingegneria dei tessuti sta lavorando su matrici biologiche che possono stimolare la crescita di nuovo tessuto cartilagineo, offrendo una nuova speranza per chi soffre di malattie articolari degenerative, come l’osteoartrosi.