Le conseguenze per la salute di un’alimentazione che provoca acidosi
La nostra alimentazione, almeno nell’occidente industrializzato, ricca e nutriente non sempre è altrettanto salutare.
Oggi sempre più persone sono consapevoli che ciò che mangiamo influisce profondamente sul nostro benessere, pur non conoscendo nei dettagli i processi che regolano la nutrizione.
Una dieta ricca di cibi processati, zuccheri raffinati e proteine animali – quale è quella che comunemente viene portata sulle nostre tavole – può alterare l’equilibrio naturale del corpo, portando a condizioni che possono compromettere la salute.
Tutto ciò ha una relazione con il concetto di acidosi metabolica e degli effetti che può avere sulla nostra salute.
Che cos’è l’acidosi metabolica
L’acidosi[1] è una condizione in cui il pH del sangue scende al di sotto dei livelli normali, indicando un aumento dell’acidità nell’organismo.
Il pH è una misura di grandezza che indica l’acidità o l’alcalinità di una soluzione e va da 0 (acidità totale) a 14 (del tutto basico).
Normalmente, il corpo umano mantiene un pH sanguigno leggermente alcalino, intorno a 7,4, attraverso meccanismi di regolazione complessi che coinvolgono polmoni e reni. Quando questi sistemi non riescono a compensare un’eccessiva produzione di acidi o una perdita di basi, si verifica l’acidosi.
Esistono due principali tipi di acidosi:
- Acidosi metabolica: si verifica quando c’è un accumulo di acidi o una perdita di bicarbonati nel sangue, spesso a causa di problemi renali, diabete non controllato o diarrea prolungata. Può verificarsi anche quando l’accumulo di acidi è provocato dall’ingestione di una sostanza metabolizzata come acido, per esempio il metanolo, ma anche da farmaci o veleni.
- Acidosi respiratoria: avviene quando i polmoni non riescono a eliminare adeguatamente l’anidride carbonica, che si accumula nel sangue formando acido carbonico. Questa forma è spesso associata a malattie polmonari croniche come la BPCO, oppure da altre patologie che interessano i polmoni, come la polmonite o l’asma.
Alimentazione e acidosi: che relazione c’è
Anche le scelte alimentari possono influire sul rischio di acidosi: sebbene l’organismo abbia dei sistemi che tentano di mantenere l’equilibrio acido-base, una dieta troppo ricca di alimenti acidificanti può aumentare il carico acido sul corpo.
Gli alimenti, mentre vengono metabolizzati dall’organismo, producono residui acidi o alcalini. Cibi come carne rossa, formaggi stagionati e cereali raffinati tendono a formare acidi, mentre frutta e verdura generano composti alcalini.
Spesso c’è confusione su questi aspetti, in quanto si tende a pensare che un alimento dal sapore acido possa creare acidosi. In realtà, ciò che conta non è il sapore, ma ciò che avviene dopo la digestione e l’assorbimento. Per esempio, il limone per quanto abbia un sapore acido, in realtà ha un effetto alcalinizzante sull’organismo.
L’indicazione del potenziale di acidità degli alimenti è definita tramite il PRAL (Potential Renal Acid Load), un metodo che si basa su un algoritmo, il quale per ogni alimento prevede quale potrebbe essere il residuo acido nelle urine. In base a questo indice si possono suddividere gli alimenti tra acidificanti e alcalinizzanti.
Alimenti acidificanti
Gli alimenti acidificanti sono quelli che, una volta metabolizzati, producono residui acidi che possono incrementare il carico acido nel corpo. Tra questi, le proteine animali sono tra i principali responsabili. Carne rossa, pollame e pesce, pur essendo importanti fonti di nutrienti essenziali come proteine di alta qualità e minerali, possono contribuire all’acidosi se consumati in quantità eccessive. Anche i latticini, in particolare i formaggi stagionati e il latte intero, possono produrre questo effetto.
Inoltre, sono alimenti acidificanti anche i cereali raffinati, come il pane bianco e la pasta non integrale, insieme agli zuccheri semplici presenti in dolci, bibite zuccherate e snack industriali. Questi alimenti sono spesso poveri di fibre e possono provocare picchi glicemici, oltre a influenzare negativamente l’equilibrio acido-base.
Infine, rientrano in questa categoria anche le bevande come il caffè, gli alcolici e le bibite gassate. Un consumo eccessivo di queste bevande può avere anche ripercussioni sull’idratazione e sulla salute generale.
Alimenti alcalinizzanti
Gli alimenti alcalinizzanti, al contrario, aiutano a neutralizzare gli acidi in eccesso e a mantenere un equilibrio più salutare. Frutta e verdura fresche, in particolare, fanno parte di questa categoria. Verdure a foglia verde come spinaci, bietole e cavolo riccio sono particolarmente efficaci nel promuovere un ambiente alcalino grazie al loro alto contenuto di minerali alcalinizzanti come magnesio e potassio.
Frutti come banane, meloni e agrumi, nonostante possano avere un sapore acido, esercitano un effetto alcalinizzante dopo la digestione grazie al fatto che contengono sali minerali.
Tra gli ortaggi, ci sono anche broccoli, cetrioli e peperoni, mentre i legumi freschi, la frutta secca non tostata, come le mandorle, e i semi oleosi, come semi di lino e di chia, oltre a bilanciare il pH, apportano fibre, grassi sani e proteine vegetali.
L’ideale per una dieta bilanciata sarebbe l’assunzione del 20% di alimenti acidificanti e dell’80% di alimenti alcalinizzanti, in modo da equilibrare le sostanze nutritive senza un eccessivo residuo di acidi.
Conseguenze per la salute di un’alimentazione acidificante
L’alterazione del pH può dare una serie di disturbi come difficoltà digestive, mal di stomaco, mal di testa. Sono le classiche sensazioni che si provano quando si mangia troppo o si introducono cibi ultra-processati.
Tuttavia, le conseguenze di una alimentazione acidificante possono avere risvolti più seri e possono colpire diversi organi e sistemi, dalle ossa ai muscoli, fino al sistema immunitario.
L’impatto dell’acidosi sulle ossa
Prima di tutto, l’acidosi metabolica può avere effetti negativi sulla salute delle ossa. Quando il corpo è esposto a un eccesso di acidi, utilizza minerali alcalini, come il calcio e il magnesio presenti nelle ossa, per neutralizzarli e mantenere l’equilibrio del pH sanguigno.
La mobilitazione del calcio dalle ossa per tamponare l’acidità può portare a una diminuzione della densità minerale ossea, aumentando il rischio di osteopenia e osteoporosi.
In tali condizioni, le ossa diventano più fragili e sono più a rischio fratture, anche con traumi minimi. Ciò rappresenta un rischio significativo, specialmente per le persone anziane.
Effetti dell’acidosi sul sistema muscolare
L’acidosi può influire negativamente anche sulla massa muscolare e sulle prestazioni fisiche.
Infatti, l’acidosi metabolica può favorire la degradazione delle proteine muscolari, portando a una perdita di massa muscolare e a una diminuzione della forza.
L’eccesso di acidi può interferire anche con il metabolismo energetico, causando sensazioni di stanchezza cronica e riducendo la resistenza fisica.
Problemi renali causati da acidosi
I reni sono fondamentali per l’eliminazione degli acidi in eccesso, ma un sovraccarico può comprometterne la funzionalità.
In casi di acidosi, i reni sono costretti a lavorare costantemente: ciò può ridurre la loro efficienza quando devono eliminare le tossine dal sangue.
Inoltre, un ambiente acido può favorire la formazione di cristalli che, aggregandosi, formano calcoli renali. La presenza di calcoli, soprattutto quando sono di una certa dimensione, può causare coliche e complicazioni come infezioni o blocchi urinari.
Infiammazione e sistema immunitario
Anche il sistema immunitario può risentire di questa condizione: un’eccessiva acidità, infatti, può generare uno stato infiammatorio e indebolire le difese immunitarie.
Un ambiente interno eccessivamente acido altera il microambiente cellulare, attivando le cellule immunitarie come macrofagi e neutrofili. Queste cellule, in risposta all’acidità, rilasciano citochine come l’interleuchina che provocano infiammazione, aggravando malattie croniche come l’artrite reumatoide o le malattie cardiovascolari.
Un eccesso di acidità può anche compromettere l’efficienza del sistema immunitario. L’acidosi influisce negativamente sulla funzione dei linfociti, le cellule responsabili della risposta immunitaria, rendendo l’organismo più vulnerabile alle infezioni.
Inoltre, l’ambiente acido può interferire con la comunicazione tra le cellule immunitarie, indebolendo le difese naturali del corpo e rallentando i processi di guarigione.
[1] https://www.msdmanuals.com/it-it/casa/disturbi-ormonali-e-metabolici/equilibrio-acido-base/acidosi