Colesterolo troppo basso: può essere un problema?

Per decenni, l’attenzione della medicina si è concentrata sui pericoli del colesterolo alto, considerato uno dei principali fattori di rischio per le malattie cardiovascolari. Meno di frequente, almeno a livello di opinione pubblica, si è affrontato il tema della ipocolesterolemia, ovvero della condizione che si verifica quando le concentrazioni di colesterolo nel sangue sono troppo basse.
La domanda sorge, dunque, spontanea: i livelli troppo bassi di colesterolo sono sempre positivi, oppure esistono rischi anche in quella direzione?
La funzionalità del colesterolo LDL
Il colesterolo LDL, spesso chiamato nel linguaggio comune “colesterolo cattivo”, è una lipoproteina a bassa densità (Low Density Lipoproteine). Le lipoproteine sono dei componenti formati da lipidi, ovvero grassi, tra cui colesterolo e trigliceridi, e proteine, in particolare la proteina apoB-100.
La densità fa riferimento al rapporto tra quantità di proteine e di lipidi: nel caso del colesterolo LDL, si parla di bassa densità in quanto è composto da una quantità minore di proteine rispetto ai grassi. Al contrario, il colesterolo HDL è caratterizzato da una quantità maggiore di proteine rispetto ai grassi, pertanto, ha una densità alta.
La funzione principale per colesterolo di LDL è quella di trasportare il colesterolo dal fegato alle cellule, le quali lo utilizzano per una serie di attività, quali produrre ormoni steroidei, come estrogeni, testosterone, cortisolo, e sintetizzare vitamina D e acidi biliari.
Di conseguenza, nonostante spesso venga considerato “cattivo”, anche questo tipo di colesterolo è necessario all’organismo per svolgere tutta una serie di funzioni fisiologiche.
Tuttavia, proprio perché il suo contenuto di grassi è superiore a quello delle proteine c’è il rischio che, quando la sua concentrazione nel sangue oltrepassa determinati livelli, i grassi possano depositarsi sulle arterie e contribuire così alla formazione di placche aterosclerotiche, che aumentano il rischio di eventi cardiovascolari, tra cui infarto e ictus.
I livelli di colesterolo: quando sono normali
Negli anni Ottanta, un colesterolo totale pari a 250 mg/dl non era considerato preoccupante. Con il tempo, le indicazioni sono cambiate e, in particolare, il focus si è spostato sul colesterolo LDL, ritenuto più legato al rischio cardiovascolare.
Di conseguenza, anche i limiti raccomandati si sono abbassati progressivamente: prima sotto i 130 mg/dl, poi 100, oggi 55 per chi ha già avuto infarto o ictus.
Le società scientifiche come l’ESC (European Society of Cardiology) e l’AHA/ACC (American Heart Association/American College of Cardiology) spiegano queste indicazioni sulla base di studi clinici[1] che hanno evidenziato una riduzione del rischio cardiovascolare in pazienti ad alto rischio, trattati con terapie ipolipemizzanti.
Oggi però alcuni studiosi si stanno concentrando sul fenomeno opposto, ovvero sulle conseguenze che possono essere provocate da un colesterolo troppo basso.
Cosa accade quando il colesterolo è troppo basso?
Il colesterolo è una molecola fondamentale per il nostro organismo. Come detto, non solo costituisce una parte integrante delle membrane cellulari, ma è fondamentale per la produzione di ormoni steroidei, della vitamina D, degli acidi biliari e del coenzima Q10, essenziale per la produzione di energia nei mitocondri.
In medicina, si parla di ipocolesterolemia quando i livelli di colesterolo totale o LDL sono patologicamente bassi. Questa condizione può essere primaria, spesso dovuta a malattie genetiche rare, oppure secondaria, quando è conseguenza di malnutrizione, ipertiroidismo, malattie epatiche croniche o neoplasie. In questi casi, i valori anormalmente bassi sono espressione di una condizione medica sottostante.
Esistono però anche situazioni in cui il colesterolo si abbassa in modo marcato senza una patologia evidente, ad esempio in seguito a trattamenti farmacologici intensivi o a cambiamenti drastici dello stile di vita.
Anche in questi casi, una riduzione eccessiva dei livelli di colesterolo LDL, al di sotto di soglie fisiologicamente necessarie, potrebbe alterare questi meccanismi e favorire effetti indesiderati. Alcuni studi[2], ad esempio, avrebbero osservato un’associazione tra colesterolo molto basso e un aumentato rischio di ictus emorragico. Si tratta di una forma più rara ma grave di ictus, provocata probabilmente da una maggiore fragilità vascolare.
Un altro elemento da considerare è la cosiddetta relazione a U tra colesterolo e mortalità per tutte le cause. Alcuni dati epidemiologici[3] mostrerebbero che sia valori molto alti sia valori molto bassi di LDL possono associarsi a un incremento del rischio di morte, non solo per cause cardiovascolari, ma anche per tumori, infezioni o malattie neurodegenerative.
A questo si aggiungono segnalazioni cliniche[4] su possibili effetti neuropsichiatrici: livelli molto bassi di colesterolo sono stati associati – senza che si possa parlare di una causa certa – a sintomi come ansia, depressione, insonnia e affaticamento cronico.
Anche i disturbi muscolari e il calo di energia, in alcuni casi, sono stati riportati come effetti collaterali di una riduzione troppo marcata del colesterolo, soprattutto se ottenuta tramite farmaci.
In tutti questi casi, al momento, non esistono certezze, ma solo correlazioni che sollevano interrogativi sul ruolo che il colesterolo può avere sull’organismo.
Il messaggio più importante, forse, è che il colesterolo – come la pressione arteriosa o la glicemia – va valutato nel contesto clinico della persona. Età, stile di vita, infiammazione sistemica, familiarità, presenza di altri fattori di rischio: sono tutti elementi che devono guidare una decisione terapeutica personalizzata.
In particolare, abbassare il colesterolo può essere utile in chi ha già avuto un evento cardiovascolare, mentre chi non presenta altri fattori di rischio dovrebbe fare attenzione anche a non abbassarlo troppo.
Domande frequenti sul colesterolo basso
Cosa succede se si ha il colesterolo basso?
L’ipocolesterolemia è una condizione rara ma che può verificarsi quando i livelli di colesterolo scendono sotto determinate soglie. In tali circostanze, può aumentare il rischio di emorragie cerebrali, verificarsi una riduzione della produzione di ormoni e vitamina D, indebolirsi il sistema immunitario e alterare l’equilibrio cerebrale, favorendo disturbi dell’umore e affaticamento.
Qual è il valore minimo del colesterolo?
Non esiste un “valore minimo” universale valido per tutti, ma livelli di LDL inferiori a 50-55 mg/dl potrebbero non essere auspicabili nei soggetti senza pregressi eventi cardiovascolari.
Cosa fare con il colesterolo basso?
Se i livelli di colesterolo risultano troppo bassi, è utile valutarne le cause insieme a un medico. In alcuni casi può trattarsi di un tratto costituzionale o legato allo stile di vita, ma se il calo è repentino o marcato può essere il segnale di un’altra condizione da approfondire. Se si assume una terapia ipolipemizzante, potrebbe essere necessario ricalibrare il dosaggio.
[1] https://www.thelancet.com/pb/assets/raw/Lancet/pdfs/issue-10000/4s-statins.pdf
http://www.sisa.it/index.php?class=Comp&className=Content&op=Show¶m=cid,410,preview,0
[2] https://www.acc.org/Latest-in-Cardiology/Articles/2024/05/22/16/20/LDL-Cholesterol-Lowering