Osteofitosi: cause, sintomi e trattamenti

Quando si parla di osteofitosi, si fa riferimento a una serie di condizioni che provocano la formazione dei cosiddetti osteofiti.
Si tratta di una sorta di escrescenze ossee, detti anche speroni, che si formano sulle articolazioni a causa dell’instaurarsi di un processo infiammatorio. Quest’ultimo è a sua volta conseguenza di una condizione degenerativa, spesso legata a patologie croniche, come l’artrite reumatoide.
Che cosa sono gli osteofiti e quali sintomi provocano
Gli speroni ossei tipici della osteofitosi hanno una forma particolare, a becco, come se fossero dei piccoli artigli. Tale forma è dovuta alla proliferazione ossea irregolare che si sviluppa nei punti di maggiore attrito, dove la cartilagine si assottiglia e l’osso reagisce cercando di riparare o stabilizzare l’articolazione.
Si definiscono due tipi di osteofitosi, a seconda del punto in cui si trova lo sperone osseo:
- l’osteofitosi centrale è quella generata dalla presenza di osteofiti situati nella parte interna dell’articolazione. Questo tipo di speroni si presentano prevalentemente nelle articolazioni più complesse come anca o ginocchio;
- l’osteofitosi marginale è, invece, quella generata dalla presenza di osteofiti situati nella parte esterna dell’articolazione. Questi osteofiti possono presentarsi in qualsiasi articolazione.
Per quanto riguarda i sintomi, in genere nella fase iniziale della patologia sono nulli o, comunque, poco fastidiosi, mentre tendono a peggiorare con il passare del tempo.
In ogni caso, è in genere più probabile che si presentino durante l’attività fisica, mentre tendono a diminuire quando si è a riposo. I disturbi, qualora ci siano, si presentano con dolore, rigidità o limitazione del movimento.
La loro intensità e il rischio di un peggioramento sono fattori legati prevalentemente alla causa che li ha generati, all’articolazione interessata e alla tempestività della diagnosi.
Le cause dell’osteofitosi
La formazione degli osteofiti è il risultato di un processo in cui entrano in gioco elementi meccanici, infiammatori e degenerativi. Tutto inizia quando la cartilagine articolare, sottoposta nel tempo a sovraccarichi o microtraumi ripetuti, comincia a deteriorarsi. Fattori come l’età, il sovrappeso, la postura scorretta, l’attività fisica intensa o i lavori usuranti favoriscono questa progressiva usura.
Accanto a questi elementi, però, esistono anche cause di natura patologica: malattie come l’artrosi, l’artrite reumatoide o altre forme di infiammazione cronica sistemica possono alterare l’equilibrio articolare, stimolando la risposta infiammatoria a livello locale.
Tutte queste cause concorrono a dar vita a un processo infiammatorio all’interno dell’articolazione. In origine, come sempre avviene in presenza di una infiammazione, si tratta di una risposta utile e riparatoria, con cui l’organismo cerca di limitare il danno e ristabilire l’equilibrio dei tessuti. Tuttavia, quando lo stimolo nocivo persiste, l’infiammazione si cronicizza e provoca la produzione continua dei cosiddetti mediatori infiammatori, che a loro volta stimolano l’azione dei cosiddetti osteoblasti, cellule specializzate nella formazione del tessuto osseo.
Il risultato è una proliferazione irregolare dell’osso che, invece di proteggere l’articolazione, ne altera la struttura e favorisce la comparsa degli osteofiti.
Diagnosi dell’osteofitosi
Riconoscere la presenza di osteofiti non è sempre immediato, poiché nelle fasi iniziali la patologia può essere del tutto asintomatica. Spesso, infatti, la loro scoperta avviene in modo casuale, durante esami radiografici eseguiti per altri motivi. Quando invece sono presenti dolore, rigidità o limitazione dei movimenti, il medico può sospettare una condizione degenerativa articolare e prescrivere esami strumentali mirati.
La radiografia rappresenta il metodo più semplice e utilizzato per identificare gli osteofiti, in quanto permette di valutarne la posizione e l’estensione. In alcuni casi, soprattutto quando è necessario analizzare i tessuti molli o la cartilagine, il medico può consigliare esami strumentali come la TAC o la risonanza magnetica, che offrono una visione più dettagliata dell’articolazione.
Una diagnosi precoce aiuta a valutare il grado di degenerazione e impostare un trattamento adeguato, evitando che la situazione possa degenerare e provocare una perdita significativa di mobilità.
Trattamento e gestione dell’osteofitosi
Il trattamento dell’osteofitosi dipende dalla causa e dalla gravità dei sintomi. Poiché gli osteofiti sono il risultato di un processo cronico, non possono essere eliminati spontaneamente, ma è possibile agire sui fattori che li hanno generati per ridurre il dolore e migliorare la funzionalità articolare.
Nei casi più lievi, l’intervento è di tipo conservativo e comprende fisioterapia mirata, esercizi di mobilità e rinforzo muscolare, oltre a farmaci antinfiammatori (FANS) ad uso locale. È importante anche correggere le abitudini che favoriscono il sovraccarico articolare, come la postura scorretta o il peso eccessivo.
Quando la formazione degli osteofiti è più estesa e compromette in modo significativo il movimento, può essere indicato un trattamento chirurgico, così da rimuovere le escrescenze o da ridurre la compressione dell’articolazione.
Domande frequenti sull’osteofitosi
Cosa provoca l’osteofitosi?
L’osteofitosi è provocata da un insieme di fattori meccanici, infiammatori e degenerativi. In genere compare quando la cartilagine articolare si consuma per effetto dell’età, di microtraumi ripetuti, di posture scorrette o di patologie come artrosi e artrite reumatoide. Questa usura innesca un processo infiammatorio cronico che stimola la formazione di nuovo tessuto osseo, dando origine agli osteofiti.
Come si eliminano gli osteofiti?
Gli osteofiti non possono essere eliminati spontaneamente, ma è possibile ridurne gli effetti e rallentarne la progressione. Nei casi lievi, fisioterapia, esercizi di mobilità e farmaci antinfiammatori aiutano a migliorare la funzionalità articolare. Nei casi più avanzati, quando gli speroni compromettono il movimento o comprimono i nervi, il medico può valutare un intervento chirurgico per la loro rimozione.
Quali sono le manifestazioni osteofitosiche?
Le manifestazioni variano a seconda dell’articolazione colpita e del grado di degenerazione. Nelle fasi iniziali possono non esserci sintomi; con il tempo, invece, compaiono dolore, rigidità e limitazione dei movimenti. In alcuni casi, gli osteofiti possono comprimere nervi o tessuti vicini, causando formicolii o perdita di forza.
Come evitare la formazione di osteofiti?
Non sempre è possibile prevenirla del tutto, ma si può ridurre il rischio mantenendo le articolazioni sane. L’attività fisica regolare, il controllo del peso, una postura corretta e un’alimentazione equilibrata aiutano a diminuire l’usura articolare e l’infiammazione cronica. In presenza di patologie come l’artrosi, una diagnosi precoce e un trattamento tempestivo sono essenziali per limitare la formazione di nuovi osteofiti.



