Nattochinasi: cos’è, a cosa serve e quando è utile assumerla

Negli ultimi anni, la nattochinasi ha attirato l’attenzione di chi cerca soluzioni naturali per la prevenzione cardiovascolare. Si tratta di una sostanza che arriva da lontano, più precisamente dal Giappone, e che trova le sue radici in un piatto della tradizione locale: il natto.
Ma cos’è esattamente la nattochinasi? E perché viene oggi proposta anche in forma di integratore? Per rispondere a queste domande, è utile partire dalla sua origine, legata a un alimento antico e tanto apprezzato in Giappone quanto poco conosciuto nel mondo occidentale.
Origine e tradizione del natto giapponese
La nattochinasi è un enzima naturalmente presente nel natto, un piatto giapponese tradizionale ottenuto dalla fermentazione dei semi di soia grazie all’azione del batterio Bacillus subtilis natto. Il natto viene consumato da secoli, soprattutto nella zona orientale del Giappone, dove è parte integrante della prima colazione.
Oltre a essere ricco di fibre e vitamina K2, è noto per il suo contenuto di probiotici e per l’azione benefica che, secondo molte osservazioni epidemiologiche, eserciterebbe sulla salute del cuore e della circolazione.
Tuttavia, per chi non è cresciuto con questo alimento, il natto risulta tutt’altro che semplice da inserire nella dieta: l’aspetto vischioso, l’odore pungente e il sapore intenso non incontrano facilmente il gusto occidentale. È anche per questo che oggi la nattochinasi viene proposta in forma di integratore: un modo più pratico per sfruttarne i potenziali benefici, senza dover necessariamente introdurre un alimento così particolare nella propria alimentazione quotidiana.
Cos’è la nattochinasi
La nattochinasi è una sostanza naturale prodotta durante la fermentazione della soia. Si tratta di un enzima, cioè una proteina capace di favorire reazioni chimiche all’interno dell’organismo: in questo caso, la nattochinasi è in grado di agire sulla fibrina, una proteina che contribuisce alla formazione dei coaguli di sangue.
Negli anni ’80, un ricercatore giapponese, Hiroyuki Sumi, ha scoperto che il natto ha una notevole capacità di sciogliere i coaguli. Da lì è partita la ricerca su questo enzima, che oggi viene purificato e utilizzato in forma di integratore.
La nattochinasi, dunque, contribuisce a mantenere il sangue fluido in modo naturale, aiutando il corpo a sciogliere piccoli coaguli prima che diventino pericolosi. A differenza di alcuni farmaci anticoagulanti, non interferisce direttamente con i meccanismi della coagulazione, e per questo viene considerata una soluzione delicata ma efficace nel supporto alla salute circolatoria.
Oggi è considerata un nutraceutico, ovvero una sostanza di origine alimentare che, oltre al valore nutritivo, può offrire benefici per la salute. L’interesse verso la nattochinasi è cresciuto negli anni anche perché può essere assunta per via orale ed è in grado di conservare una buona parte della sua attività una volta assorbita nell’intestino.
A cosa serve la nattochinasi
Come detto, il principale beneficio dell’assunzione della nattokinasi è legata alla sua capacità di favorire la dissoluzione naturale dei coaguli di sangue.
Diversi studi hanno evidenziato il suo potenziale effetto protettivo sul sistema cardiovascolare, soprattutto in chi ha uno stile di vita sedentario, viaggia spesso, o presenta una predisposizione a disturbi della circolazione. In alcuni casi è stato osservato anche un miglioramento della pressione arteriosa e della funzione endoteliale, cioè della capacità dei vasi sanguigni di dilatarsi correttamente.
Ma c’è di più: un altro campo di ricerca riguarda, infatti, la prevenzione dell’aterosclerosi. Gli studi avrebbero osservato come la nattochinasi potrebbe contribuire a ridurre l’accumulo di placca nelle arterie, un fenomeno che nel tempo può portare a patologie gravi come infarti e ictus. Sebbene gli studi siano ancora in fase di approfondimento, i risultati preliminari sono incoraggianti, soprattutto se si considera che questo enzima agisce attraverso più vie: non solo scioglie la fibrina, ma contribuisce anche a regolare alcuni fattori della coagulazione.
Altri studi hanno mostrato che potrebbero esserci degli effetti interessanti anche in relazione alla prevenzione di un’eccessiva vasocostrizione. Si sarebbe osservato, infatti, come l’assunzione abbia migliorato significativamente la circolazione sanguigna, in particolare per quanto riguarda il flusso sanguigno periferico.
Infine, in alcune ricerche si è osservata una modesta riduzione di colesterolo LDL e trigliceridi, soprattutto quando la nattochinasi è abbinata ad altri integratori come il riso rosso fermentato. Anche se questi effetti sul profilo lipidico sono ancora oggetto di studio, potrebbero avere degli interessanti sviluppi futuri.
Come si assume la nattochinasi e quali precauzioni considerare
La nattochinasi viene assunta generalmente in forma di integratore, sotto forma di capsule o compresse. I dosaggi variano in base alla formulazione, ma i prodotti più comuni contengono da 1000 a 2000 unità fibrinolitiche (FU) per capsula. Le ricerche più solide sono state condotte proprio su dosaggi di 2000 FU al giorno, considerati efficaci e ben tollerati nella maggior parte dei soggetti.
Per favorire l’assorbimento e mantenere l’efficacia dell’enzima, è preferibile assumere la nattochinasi a stomaco vuoto, lontano dai pasti.
Nonostante sia un integratore naturale, prima di assumerla è bene chiedere informazioni al proprio medico curante, in quanto la sua azione sul sangue e, in particolare, sulla coagulazione richiede alcune precauzioni.
Per esempio, potrebbe non essere adatta per chi assume farmaci anticoagulanti, per chi ha problemi di coagulazione o tendenza alle emorragie.
Infine, va evitata da chi ha allergie alla soia, poiché l’enzima deriva dalla fermentazione dei semi di soia.
Che cos'è la nattokinasi?
La nattokinasi è un enzima estratto dal natto, un alimento giapponese a base di soia fermentata. Ha proprietà fibrinolitiche, ovvero aiuta a sciogliere la fibrina, una proteina che agisce sulla formazione dei coaguli di sangue.
A cosa serve il nattokinasi?
La nattokinasi viene utilizzata per favorire la salute cardiovascolare. Aiuta a prevenire la formazione di coaguli, migliora il flusso della circolazione sanguigna e può contribuire a ridurre pressione arteriosa e accumuli di placca nelle arterie.
Quali sono le controindicazioni alla nattokinasi?
La nattokinasi è controindicata in caso di disturbi della coagulazione, assunzione di farmaci anticoagulanti o antiaggreganti, pressione bassa o allergia alla soia. Consultare sempre il medico prima dell’uso.
Quali sono le controindicazioni del natto giapponese?
Il natto è sconsigliato a chi assume anticoagulanti, a chi ha allergie alla soia o problemi di coagulazione. Contiene vitamina K2, che può interferire con alcuni farmaci. Ha anche odore e consistenza poco tollerati da molti.